Non è un trauma il passaggio delle consegne (da un’Amministrazione all’altra)
da Medinforma
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Non è un trauma il passaggio delle consegne (da un'Amministrazione all'altra)
POSTED BY: CORRADO MARELLI (16 LUGLIO 2017)
Mi ha sorpreso che, all'esito del ballottaggio, l'ex Sindaco Caimi abbia espresso seri dubbi sulla capacità (o volontà) della nuova Amministrazione di mettere in campo una buona gestione del nostro Comune. («Il mio unico timore è che la nuova Amministrazione rovini quello che abbiamo costruito, perché ritengo che questo gruppo non sia in grado di amministrare la città» e «Non è detto che questa Giunta duri molto» le sue affermazioni riportate dal Giornale di Seregno).
Mi ha sorpreso perché durante tutta la campagna elettorale Gianni Caimi ha sempre parlato bene di Santambrogio, accreditandogli intelligenza e capacità ("Santambrogio lo stimo come persona". ... "A volte ho il sospetto che Maroni mi stia ostacolando per avvantaggiare il suo partito. Se a Meda vincesse di nuovo la Lega, non mi stupirei se saltassero fuori magicamente i soldi per i sottopassaggi e tutti i meriti, centro commerciale compreso, andrebbero a loro" dice nell'intervista a Elena Bertani pubblicata su Medinforma). Nei suoi confronti ha avuto molto più rispetto di quanto non ne abbia mostrato nei confronti di altri (Busnelli in particolare). Direi anche riguardi.
Come ha obiettivamente commentato un nostro lettore, la campagna elettorale del PD ha ripetuto un ritornello quasi noioso ("abbiamo fatto e faremo; la città sta cambiando - abbiamo pagato i debiti delle precedenti amministrazioni") ma senza mai far emergere che il candidato sindaco avversario, poi vincente, (cioè Santambrogio) era responsabile quanto Taveggia dei debiti pregressi.
Ma ha anche picchiato su un tasto stonato, cioè che l'amministrazione uscente aveva approntato molti progetti ed avviato iniziative e lavori che una diversa amministrazione avrebbe incontrato difficoltà a proseguire e a completare perché avrebbe dovuto ricominciare da capo.
In realtà invece Caimi e la sua Giunta sapevano benissimo che il motore che fa marciare il Comune sono gli Uffici e che i ritardi dipendono spesso da loro ("Gli uffici che sono oberati di lavoro e arrancano sulle scadenze". - dice ancora Caimi ad Elena Bertani - E mostrandomi la documentazione relativa al Piano generale del Traffico: "Purtroppo non l'ho ancora licenziato in Giunta perché gli uffici non ce l'hanno fatta, ma è pronto, redatto con l'ing. Barzizza del PIM").
Nelle risposte durante i dibattiti pre-elettorali Santambrogio si è invece dimostrato molto più accorto. Ha assicurato che avrebbe portato a termine quanto iniziato dalla precedente Amministrazione e che il completamento dei progetti già avviati avrebbe avuto priorità anche sull'avvio di nuovi, perché così impone la legge).
Nelle prime interviste da Sindaco poi non ha mancato di ricambiare le cortesie, riconoscendo di aver trovato una situazione soddisfacente perché la precedente Amministrazione aveva lavorato bene.
E del resto, a chi avesse voluto approfondire le intenzioni dei due candidati prima di esprimere il voto a favore dell'uno o dell'altro, sarebbe stato da subito chiaro che i due programmi erano veramente molto simili.
Corrado Marelli
COMMENTI:
* Sindacato Sou (16 luglio 2017 at 8:19) - affiliato al PdP
Anche gli organi politici istituzionali pubblici, appaiono sempre più simili ai dirigenti burocratici.
Ci avete fatto caso? sempre più in molte Amministrazioni comunali si fa fatica a riconoscere la connotazione politica-ideologica di chi governa. Il primo motivo, è dovuto all'invasione / la moda della "Politica Passiva" (candidato) di presentarsi alla tornata elettorale come Lista Civica, assecondando così molti cittadini che vedono nei partiti il male / la corruzione (con l'occasione desideriamo ricordare che l'art. 49 della Costituzione, prevede esclusivamente i partiti quale mezzo per concorrere all'amministrazione della Cosa Pubblica); secondo, chi governa si assimila sempre più a un "tecnocrate" che ha un organo politico. Un grosso sbaglio questo andazzo, il quale porta all'impoverimento dell'intellettualità . Molti Popoli stanno tirando giù dal "piedistallo" molte cose, senza rendersi conto che stanno andando verso un appiattimento sociale privo di qualsiasi ambizione / buon gusto / diversità (che non deve significare / essere automaticamente irrisione o mancanza di rispetto).
Ma alla Natura non la si fa: prima o poi tutto crollerà, non si può (è contro Natura) vivere come robot.
O.S. Sindacato SOU / U.L.R.S. 7 - Meda
* Corrado Marelli (16 luglio 2017 at 16:22)
Mario Guerrasio è intervenuto più volte con un proprio commento sull'argomento della Costituzione e della funzione dei partiti, con giudizi talvolta anche contraddittori: la Costituzione è spesso criticata ("il nostro ordinamento costituzionale è un pasticciaccio politico ideologico-giuridico", "La nostra Costituzione è stata fatta in fretta, frutto di grandi compromessi ideologici e di bisticci tra un articolo e l'altro") e altre volte invece molto apprezzata (nella "Legge Fondamentale" (la Costituzione) c'è scritto il meglio riguardante i Diritti dei Cittadini e i Doveri dello Stato verso questi; ma nella pratica questi Principi Fondamentali vengono quasi totalmente disattesi).
Su un punto però Guerrasio torna più volte con lo stesso concetto che a me non sembra affatto condivisibile, quello cioè che la politica "debba" passare attraverso i partiti ("La nostra Costituzione prevede i partiti politici (art.49) per accedere alla Politica Istituzionale Pubblica, Nazionale e Locale"; "la nostra Carta Fondamentale (Costituzione) dà come "veicolo" (a tutti i cittadini) per accedere alla Politica Istituzionale Pubblica, nazionale e locale (quindi per determinare la politica nazionale) il Partito (art. 49)").
L'art. 49 ("Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale") viene rovesciato e letto dal fondo, e come se fosse un "dovere" invece di un "diritto" ("per concorrere ... a determinare la politica nazionale ... i cittadini devono associarsi liberamente in partiti"). Dobbiamo ricordare che la nostra Costituzione è il risultato del lavoro di 75 padri costituenti e della discussione dell'Assemblea Costituente (eletta il 2 giugno 1946, ne licenziò il testo definitivo il 27 dicembre 1947). I partiti, inizialmente erano stai considerati "illegittimi" negli Stati di Polizia e successivamente "tollerati" nel periodo liberale, mentre la Costituzione ne riconosce il ruolo centrale nella determinazione della politica nazionale: concorrere alla determinazione della politica nazionale.
Antonio Di Pietro (uno che se ne intende) dice: Purtroppo i partiti hanno accentuato a dismisura nel tempo la loro intromissione nella gestione della "cosa pubblica" e nella lottizzazione di ogni posto di potere all'interno dell'apparato pubblico. Si sono trasformati da "portatori di libertà" in nuovi "detentori del potere"
Corrado Marelli
* Sindacato SOU (17 luglio 2017 at 9:54) - affiliato al PdP
Tra condivisione e accettazione e viceversa.
Pregiato Direttore, La ringrazio per l'intervento che comunque denota da parte Sua "tutto sommato che l'interlocutore è degno di considerazione". Vorrei comunque precisare che, è vero che appaiono contraddizioni nei miei scritti, ma vanno visti nel termine di condividere / accettare e viceversa, a seconda dell'argomento / iniziativa in discussione. Fuori da ogni contesto, ribadisco che la nostra Costituzione è un pasticciaccio, troppo succinta, ecc...
Riguardo le varie forme dell'uso dell'Istituto della Sovranità Popolare da parte dei Cittadini (come il voto e la partecipazione diretta alla gestione del Paese) credo che vi siano, soprattutto oggi che l'Italia sta letteralmente affondando e rischia uno scontro fisico per motivi ideologici, solo doveri da compiere da parte dei cittadini membri dell'Istituto della Sovranità Popolare, soprattutto quelli che borbottano, imprecano, maledicono. Certo, costituire partiti per poter accedere alla "gestione del Paese", è offerto dai Costituenti come diritto / facoltà, ma c'è anche chi ha scritto, riguardo all'art. 49 della Costituzione: "In questo articolo della nostra Carta Fondamentale, chiunque può "leggere" le idee guida, le norme fondamentali, i principi, secondo i quali i cittadini, come singoli e nel loro insieme (come popolo), possono, e devono, esercitare, la sovranità popolare".
Ripeto, grazie per la critica che la persona democratica non può che ricevere / prendere come stimolo a migliorarsi / riflettere / correggersi / spiegarsi meglio; questo per non ridursi come la maga nella favola di Biancaneve e i sette nani "Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame? - E lo specchio, puntualmente, rispondeva: - Signora, voi siete la più bella di tutte! La perfida e vanitosa Regina era, così, certa della bellezza! Lo specchio era costretto a dire sempre la verità".
Per quanto riguarda il cittadino parlamentare Di Pietro (in Brasile ce n'è uno simile che si chiama Moro ed è giudice federale - juiz federale - che per le eversività che sta portando in essere, si rifà al Di Pietro), gli ho sentito dire che oggi non rifarebbe quello che ha fatto. Non posso che dargli ragione: in una totale corruzione come si fa giustiziarne una sola parte? Il Moro brasilieiro, sta giustiziando la Sinistra (esquerda), mentre la Dx (Temer) e religiosi senza dottrina e mercanti, ogni giorno mettono sotto i piedi i diritti sociali (vedasi nuova legge sul Lavoro - Trabalho) e civili del Popolo Sovrano (potere - poder), oltre che a una fare appropriazione indebita di denaro pubblico, che confrontarla con alcuni dei nostri politici, questi ultimi risultano degli angioletti. E' Dio che vuole tutto questo? No, il voto sbagliato / corrotto di molti cittadini che preferiscono come loro prima azione mattutina lo sport, anzichè controllare il proprio rappresentante (tra l'altro un articolo della Costituzione italiana, il 67, definisce il politico istituzionale pubblico (parlamentare) "senza vincolo di mandato." Io non condivido questo articolo, che andrebbe soppresso, ritenendolo in contrasto con l'Istituto della Sovranità Popolare (potere) rispetto la Funzione.