Futuro difficile.

17.05.2020

MEDINFORMA
13 MAGGIO 2020

DOBBIAMO AFFRONTARE I TEMPI DIFFICILI CHE CI
ATTENDONO CON LO SPIRITO DELLA RESISTENZA

POSTED BY: CORRADO MARELLI 13 MAGGIO 2020 

IL DIRETTORE DI MEDINFORMA


L'intervento iniziale di Paolo Tagliabue (Lista Caimi) nel Consiglio Comunale in videoconferenza di lunedì 27 aprile 2020

Vorrei svolgere alcune riflessioni sul 25 Aprile che quest'anno si è celebrato, purtroppo, in versione quarantena: infatti, dopo 75 anni, è stata una Festa della Liberazione senza cortei, comizi, bandiere.

Tra tutte le immagini di questo insolito 25 Aprile, mi è rimasta impressa quella del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che sale da solo le scale dell'Altare della Patria e per quanto riguarda la nostra realtà locale anche quella del nostro Sindaco che depone, da solo, le corone dell'Amministrazione comunale e dell'ANPI al monumento dei caduti. È il simbolo della Resistenza al Coronavirus, nel giorno invece della nostra vera Resistenza: il giorno della liberazione dal nazifascismo.

Purtroppo, in Italia è invalsa negli ultimi decenni una moda: sminuire la ferocia del nazifascismo, paragonandolo ad una villeggiatura della quale i prigionieri politici antifascisti dovrebbero essere grati al duce, e per paradosso vengono denigrati i partigiani e con loro la Resistenza antifascista, cioè chi ha portato la pace, la libertà e la democrazia.

Noi dobbiamo rispondere con fermezza, rivendicando il sacrificio e la lungimiranza di coloro che si opposero al fascismo sin dal suo primo sorgere, nei drammatici anni Venti, subito dopo la Prima guerra mondiale, e continuarono la lotta durante la dittatura feroce, dopo le 'leggi fascistissime', pagando con il carcere duro o con l'esilio la scelta di non piegarsi al regime. E qui è giusto ricordare, tra gli altri, il sacrificio di Matteotti, di Gramsci, dei fratelli Rosselli.

Finalmente dopo l'8 settembre del '43 iniziò la Resistenza, in primo luogo con i 600.000 soldati italiani catturati, rastrellati e deportati nei territori della Germaniache rifiutarono di prestare giuramento alla Repubblica Sociale Italiana. Iniziò, la guerra di Liberazione che i partigiani, uniti con gli Alleati, portarono avanti fino al 25 aprile del 1945 con l'obiettivo di risollevare l'Italia dal fango e dalla vergogna nella quale l'aveva gettata il regime mussoliniano, che irresponsabilmente aveva trascinato il nostro Paese nella guerra voluta dal nazismo. Ma non contenti di ciò, i fascisti, anche dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia e la firma dell'armistizio, continuarono a stare dalla parte della barbarie dei nazisti, seguendoli nella loro folle azione di sterminio e di annientamento.

Per responsabilità del fascismo, l'Italia era precipitata e continuava a precipitare nel baratro della guerra, della miseria, dello sfruttamento. Solo l'azione unitaria e di massa del popolo italiano avrebbe potuto, come in effetti poi accadde, salvare il nostro Paese da una catastrofe.

Fu una vicenda durissima, come ogni guerra civile. Tutti i caduti vanno pianti e rispettati. Ma c'era una parte che aveva ragione, nel combattere i nazisti, e una che aveva torto.

A questo proposito vorrei ricordare i partigiani medesi che diedero la propria vita per la libertà e la resistenza al nazifascismo: Busnelli Antonio, Busnelli Egidio, Busnelli Luigi, Giorgetti Rinaldo, Masiero Eugenio, Meroni Vincenzo e Rho Renzo.

La Resistenza rappresentò una novità senza precedenti nel rapporto masse-istituzioni e preparò la rinascita. Forze con matrici ideologiche e storiche lontane, in grado però di avvicinarsi, di dialogare, di traguardare l'immediato e il particolare, riuscendo a produrre risultati di dimensione epocale: la Repubblica, l'Assemblea costituente, la Costituzione.

Con questo spirito dobbiamo affrontare i tempi duri e difficili che ci attendono tenendo presente che la pandemia porterà anche a mutamenti in campo ideologico e psicologico, saranno diversi in base alle classi sociali, ai mestieri e all'età. Possiamo solo fare delle ipotesi. Sono convinto che una Solidarietà viva e concreta può dare fiducia ai molti indifferenti e scoraggiati e può anche far capire a tanti che è l'unica via percorribile per uscire da questa crisi. Non è un pio desiderio, un'ipotesi ottimistica, ma un fenomeno rilevato da tutti coloro che sono impegnati nel lavoro fattivo di ricostruzione di questa nostra società.

Tagliabue Paolo

Consigliere capogruppo Lista Civica Gianni Caimi Sindaco

Intervento:  Associacao Solidaria- A.SO , 14 Maggio 2020


-INTERVENTO SULL'ARTICOLO:  ASSOCIACAO SOLIDARIA- A.SO / IT (Guerrasio)

CI HA LIBERATO DALLA TIRANNIDE, L'AZIONE SPIRITUALE?

Sarebbe interessante sapere dal cittadino Tagliabue Paolo, Consigliere capogruppo della Lista Civica Gianni Caimi Sindaco, cosa intende quando dice/chiede di affrontare il futuro con lo spirito della Resistenza.

I ns. gloriosi partigiani (ivi compreso il fu presidente del Consiglio Parri, nominato dal CNL, Monarchia e Alleati nel 1945, e subito dimessosi lasciando il posto a De Gasperi, perchè vedeva incertezza sulla quella cosa che a lui stava a cuore e che Lui chiamò la "causa democratica"; inoltre, secondo taluni mise in dubbio anche la democraticità dell'Italia liberale ante periodo fascista): quale modalità usarono contro l'antidemocrazia?

Guerrasio, operatore internz.le Difesa diritti civili e sociali presso ASO - IT / A.SO - BR email: ass.asoitalia@gmail.com ass.solidaria@yahoo.com.br


- Corrado Marelli  15 Maggio 2020 at 10:46

L'esecutivo presieduto da Ferruccio Parri durò dal 21 giugno al 24 novembre 1945 e cadde per iniziativa dei liberali e della destra economica. Fu infatti il segretario del Pli, Leone Cattani, il 17 novembre del '45 ad inviare ai segretari delle altre forze politiche una lettera in cui accusava il governo di inefficienza, mancanza di unità di orientamento, incertezza sui problemi economici e finanziari; dopo pochi giorni alle parole seguirono i fatti e fu ritirata la delegazione liberale dalla compagine governativa.

Il 24 novembre 1945 di fronte al CLN centrale, a rappresentanti del CLNAI e alla presenza della stampa italiana e straniera, Parri accusò i liberali e i democristiani loro complici di aver realizzato un «colpo di stato» con il quale veniva inaugurata una fase analoga a quella del primo dopoguerra, ossia di «preparazione al fascismo». Con questa accusa, si concluse l'esperienza del governo della Resistenza. La proposta avanzata dello stesso Parri di proseguire senza il PLI, il partito che aveva aperto la crisi, non era stata accettata in particolar modo dalla DC. A quest'ultima, allo sbocco di una rapida crisi di governo, toccò il compito di esprimere il nuovo presidente del Consiglio nella figura di Alcide De Gasperi.

Nel radiomessaggio di presentazione del nuovo governo, il 23 giugno 1945, Parri aveva affermato: "Voi, papà e mamme d'Italia, alle prese con lo spinosissimo problema giornaliero del pranzo e della cena, voi vedete in prima linea le necessità materiali. Lasciate che io metta in prima linea il lato morale... è la premessa di tutto, la premessa di ogni risurrezione. Abbiamo bisogno di una lunga e tenace opera di educazione civile che ci liberi da un triste passato e da antiche eredità, che dia agli italiani il senso della serietà morale..."

Corrado Marelli (da più fonti diverse, fra le quali "Il pensiero dei Padri Costituenti" di Luca Polese Remaggi)


- Associacao Solidaria- A.SO  15 Maggio 2020 at 15:47

Grazie molto Direttore per aver completato il quadro politico che vigeva dopo la Liberazione, che con un attento ed onesto sguardo al post 1945 e sino ai giorni ns. Parri non sbagliò (ci fu anche un avvertimento da parte del partigiano Saragat nel 1946 in qualità di primo presidente della Costituente) a non credere all'instaurazione della Democrazia in Italia.
Il partigiano e politico istituzionale pubblico Ferruccio Parri è sepolto a Genova, nel maestoso Cimitero di Staglieno, area risorgimentale, a pochi passi dall'apostolo Giuseppe Mazzini.
Le mie fonti su quanto scritto sono ricavate qua e là (in primis dalla pubblicazione "Il primo governo De Gasperi"), dalla Biblioteca del Senato della Repubblica, intitolata al fu statista Giovanni Spadolini (PRI), posta in piazza della Minerva 38 a Roma, alla quale sono registrato con tessera UNP018501, che frequento di tanto in tanto nelle mie giornate romane per fini istituzionali, anche prenotando una saletta per riunioni come operatore internazionale Difesa diritti civili e sociali.
Saluti libertari.
Guerrasio, Difesa diritti civili e sociali,
presso A.SO-IT / A.SO-BR

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