Emulazione o intelligenza?
Le dicevano che gliel'avrebbero fatta pagare e che l'avrebbero seguita in stazione...
POSTED BY: CORRADO MARELLI 13 APRILE 2018
Sono parecchi i casi di bullismo e cyberbullismo all'Istituto professionale di Stato «Don Milani». Offese, minacce e tanta cattiveria. Ma anche parecchi casi di studentesse sbeffeggiate su whatsapp e sui social.
Lo ha reso noto la dirigente scolastica Elena Daniela Motta, al termine dell'incontro degli studenti con il comandante della stazione locale dei Carabinieri, il luogotenente Giuseppe Vantaggiato, mercoledì 4 aprile in sala consiliare. «Non sono problemi lontani da noi, ma situazioni che ci toccano da vicino», ha detto ai ragazzi.«Sono a stretto contatto con i servizi sociali e con i Carabinieri e ogni volta che mi viene segnalato un episodio di bullismo inoltro le informazioni a chi di dovere, in modo che si possa intervenire prendendo i dovuti provvedimenti», ha dichiarato Motta.
«Durante un incontro svoltosi in una scuola elementare, un bambino di quinta ha affermato di aver passato cinque anni di inferno a causa dei bulli. E' stato agghiacciante quando ha detto che nessuno se ne è accorto». In una scuola media, «una ragazzina è stata ricattata e costretta a inviare sul gruppo whatsapp della classe una sua foto nuda».
Ma anche al «Don Milani» in più di un'occasione i genitori si sono rivolti alla preside per segnalarle situazioni di disagio vissute dai loro figli a causa dei comportamenti dei compagni.
«I casi maggiori di cyberbullismo riguardano ragazzine dell'indirizzo socio sanitario, dove le classi sembrano le più tranquille. Quello che ci spaventa di più è proprio l'omertà» ha detto la preside.
E quando gli insulti e le minacce diventano insistenti, bisogna ricorrere a provvedimenti «drastici»: «Una ragazza ha chiesto addirittura di essere trasferita in un altro plesso perché veniva minacciata da un gruppo di bulle. Non è stato sufficiente cambiare classe, perché le dicevano che gliel'avrebbero fatta pagare e che l'avrebbero seguita in stazione...». E a Seveso «un ragazzo, alla fine, si è ritenuto opportuno inserirlo in una comunità». La preside, infine, ha ricordato agli studenti che la scuola mette a disposizione tanti strumenti per aiutarli; sta a loro scegliere quello che preferiscono: «Noi siamo qui, ci sono io, ci sono le insegnanti, c'è la psicologa. Decidete voi con chi parlarne, l'importante è che lo facciate».
«Parlate e fate rete tra di voi». E' l'invito che il luogotenente Giuseppe Vantaggiato, comandante della stazione locale dei Carabinieri, ha rivolto ai ragazzi, mettendoli in guardia sulle conseguenze del cyberbullismo. Il comandante, soffermandosi sui rischi di un utilizzo improprio della rete, ha fornito consigli utili per un uso consapevole dei social network, suggerendo di non divulgare dati personali e fotografie. Ha illustrato come si manifesta il cyberbullismo, ripetendo più volte ai ragazzi, qualora si dovessero trovare in una situazione simile, di parlarne con amici, familiari e insegnanti. «Non tenetevi tutto dentro, non abbiate paura a parlare, se condividete le vostre esperienze è possibile trovare una soluzione», l'incoraggiamento del luogotenente. Poi ha cercato di sensibilizzare i ragazzi mostrando alcuni filmati. Tra questi, la testimonianza del padre della giovane Carolina Picchio, la 14enne di Novara che nel 2013 si era suicidata dopo la diffusione di un video in cui subiva violenze a una festa. Il luogotenente ha spiegato che per questi fatti sono stati indagati sei ragazzi, i responsabili della violenza e quello che aveva divulgato il video sui social: tra le accuse, anche quella di istigazione al suicidio. Ha infine messo in rilievo che l'età media dei bulli si sta abbassando sempre più e questo sta inducendo anche i magistrati a rivedere le proprie posizioni e cambiare atteggiamento, «perché anche se si è minorenni bisogna assumersi le responsabilità delle proprie azioni».
Monica Gregis (Giornale di Seregno, martedì 10 aprile 2018 pag. )
Intervento
Associacao Solidaria- ASO (20 aprile 2018 at 20:20) - Affiliato PdP
EMULAZIONE CI STA CON INTELLIGENZA?
A proposito di Emulazione, mi ritorna in mente una famosa frase del fu nostro Albertone nazionale; frase che proferì in un suo film a proposito di spirito di avventura, ecc...: "Anch'io vorrei girare il mondo in barca e sfidare gli oceani, per dimostrare quanto sono cogl...ne."
Precisato questo, l'Istituto della Famiglia è fracassato sia per mancanza di requisiti educatoriali, sia per Ideologia. Fracassato è pure l'Istituto di Giustizia per i Minori: urge ricostruire Case di Rieducazione ove internare per periodi brevi e lunghi i Minori che contravvengono alla Civile Convivenza. La Società è un'impresa, deve dare profitti e non può diventare una "Corte dei Miracoli", questo per salvaguardare interessi "interni" ed "esterni".
In Brasile, dove opero come Operatore per la Difesa dei Diritti Sociali, sta girando un dire tra i docenti proprio a seguito di bullismo e "trasghessioni" varie: " Il professore non e' un educatore"( Professor nao è educador); significando che alla Scuola compete l'istruzione, ai Genitori (Pais) l'educazione (cominciando ad insegnare che al mattino quando si scende dal letto, si dà il buongiorno).
Infine, per dare risposta del "perchè un ragazzo aggredisce / insulta il docente, direi perchè non esiste punizione (quella che fa correre i brividi lungo la colonna vertebrale). Se qualcuno pensa che la gioventù che si macchia di queste e altre "trasghessione" possa essere di qualche utilità al Paese, si dia all'ippica!
Quale Verità?
Mario Guerrasio, Operatore internaz. Difesa Diritti Sociali - BR/ITA